Prologo in rima e non
Manco iniziamo,
che si presenta un umano.
Di rumor elo inventa,
e alli vigili si lamenta.
Il pensiero nacque spontaneo.
Siamo nel posto giusto : sensibilizziamo !
E appena sì detto,
contrappasso al poveretto!
Il vigile indebitamente invocato,
mica era addetto di un festoso momento?
Era infatti bibliotecaio vivente,
molto gentile, per nulla coercente.
Procediamo orbene così.
Le forze del mondo ci dicono si.
Siamo arrivati da un po’. La festa non è ancora iniziata, e
subito riceviamo la conferma che si, l’opinione pubblica ha proprio bisogno di
essere sensibilizzata.
Si appropinqua un energumeno sproloquiante, lamentando
eccessivi rumori dati a suo dire dalle
prove musicali.
Chiama addirittura i vigili.
I quali quando arrivano e constatano sia l’esistenza dei
permessi che l’inesistenza degli eccessi, lo parcheggiano azzittito. Quasi.
Resta li su una panchina a guardarci borbottante.
Uno dei vigili era un “lettore” dell’iniziativa detta
“biblioteca vivente”.
La piazza e la festa
La piazza è particolarmente bella. Ha una geometria concava,
più bassa verso il centro. Il che da un’idea di movimento, rara nella piatta
Milano. Ed è disseminata di alberi enormi.
In mezzo a tutto ciò galleggiano, come isole colorate e
animate, le singole iniziative. Il palco per letture e per la musica,
circondato di dipinti. I gazebo con le storie fotografiche, la biblioteca
vivente, il ludobus con i giochi circondato dai bambini, e gli altri.
Sembra che formino un tutt’uno con il giardino. Gli alberi
li accolgono e abbracciano Non sono corpi estranei, ma sono piccole eruzioni di
umanità armoniche con il contesto.
Così come le strutture e persone fisse, anche le iniziative
a rotazione si presentano ad animare ritmicamente il contesto in una specie si
discontinuum spazio temporale.
Così, mentre la piazza ed i suoi alberi ci abbracciano, le
strutture fisse stanno fisse e le iniziative ruotanti si avvicendano negli
spazi preposti.
Le letture dell’orologio matto scandiscono le porzioni di
tempo riservate alla festa.
Poi arriva il clown.
Poi il concerto.
Infine arrivano di nuovo i vigili ad interrompere il
concerto alle 19.30 esatte, anche se mancavano ancora solo 10 minuti alla fine.
Il che mi è sembrato un qualche modo di valorizzare anche la
considerazione per l’energumeno iniziale. Rompiballe si, ma non per questo non degno
di rispetto anche lui.
Sensazione
La sensazione complessiva è stata di un bell’ evento e di
una cosa bella in assoluto.
Ben congeniata e appassionata. Anche il misto di momenti
giocosi alternati a quelli seri ha reso tutta la giornata particolarmente viva,
vibrante.
Mi viene in mente Discanto di Ivano Fossati : si vive di
intelligenza, di intermittenza, si vive di danze e di ballo sociale. ……E di
tanto altro ancora.
In particolare, a me sono sembrati molto coinvolgenti i
momenti di lettura accompagnati dalla chitarra.
Già quelli da soli “fanno spettacolo”. Ma a parte lo show,
trovo che ti “entrino dentro”, e se così è di sicuro lasciano un segno
sedimentandosi nello spirito.
Per concludere
La precedente breve descrizione di alcune parti e aspetti dell’evento
mi richiama alla mente un termine oggi in uso, in particolare in televisione.
E’ proprio un bel format!
Così bello che andrebbe istituzionalizzato.
Ad esempio al posto delle
partite di calcio.
Questo si che produrrebbe pensiero e aggregazione.
E non soltanto sensibilizzazione.
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